L'ortodonzia è una branca dell'odontoiatria che si occupa di risolvere problemi di disallineamento dei denti che gravano sull'estetica del sorriso, risolve problematiche di disfunzioni dell'apparato masticatorio, problemi dei disturbi di crescita dei mascellari e di sviluppo della dentizione.
il vantaggio di una terapia ortodontica sono il miglioramento estetico del sorriso, la funzionalità di un'ottima occlusione. Si prevengono anche carie e parodontopatie grazie ad un allineamento corretto dei denti che facilità la pulizia quotidiana.
Il momento per portare il bambino da un dentista per iniziare un trattamento ortodontico dipende dalla gravità della malocclusione. Si tende a trattare precocemente, verso i 4/5 anni di età , le malocclusioni in cui si rileva un problema scheletrico che può peggiorare con la crescita, i problemi più comuni sono il morso incrociato con latero-deviazione funzionale della mandibola o le terze classi scheletrico-funzionali.
Alcune malocclusioni scheletrico-dentali si possono trattare già a quattro anni di età , può essere considerata questa l'età più indicata per la prima visita dall'ortodonzista.
La durata di una terapia ortodontica è variabile, può durare da un minimo di 2 mesi ad un massimo di 2 o 3 anni, nell'adulto. Nel bambino in crescita talvolta è necessario alternare la terapia con momenti di pausa , perchè appunto in fase di crescita. Vengono eseguite terapie sui bambini prima della totale permuta dei denti e dopo che essa sia avvenuta completamente.
Certo, con l'ortodonzia non si intende solo la terapia per avere i denti allineati, ma si utilizza anche per influenzare la crescita della mascella con in particolare l'ortognatodonzia o ortopedia intervenendo sulle ossa della mascella. Grazie infatti alla tecnologia esistono strumenti dell'ortodonzia in grado di influenzare la crescita della mascella. Gli strumenti più utilizzati sono i morsi contratti mascellari che oltre ad migliorare una malocclusione migliorano notevolmente l'estetica facciale.
Si può avvertire qualche fastidio i giorni successivi all'applicazione dell'apparecchio o alla sua attivazione. Si tratta di piccole irritazioni della mucosa che va a sfregare contro le parti sporgenti dell'apparecchio e di sensibilità dei denti. A volte interviene una lieve dolenzia dentale spontanea e alla masticazione. Nel giro di pochi giorni i fastidi vanno ad attenuarsi, fino a scomparire: i recettori parodontali del dolore, che si attivano a causa delle pressioni esercitate dall'apparecchio, nel giro di breve tempo vanno incontro ad adattamento e i fastidi cessano.
Si, è vero. Il combaciamento dei denti è strettamente connesso all'attività funzionale della muscolatura masticatoria e delle articolazioni temporo-mandibolari. Quando i denti non combaciano bene la mandibola può subire una modifica nel suo assetto posturale che, a sua volta, può riflettersi in una disfunzione muscolare e articolare da cui può generare dolore nel distretto cranio facciale.
No, non sono tutti uguali. Si distinguono, prima di tutto, in fissi e mobili. I primi s'incollano o si cementano ai denti, i secondi li applica e rimuove il paziente. Tra gli apparecchi rimovibili si trovano vari tipi di placche meccaniche e funzionali, oltre all'apparecchio estetico Invisalign. Poi ci sono gli apparecchi ortodontici che preservano in corso di trattamento l'estetica del sorriso. Tra questi gli attacchi in ceramica policristallina, oppure gli attacchi incollati sulla superfice linguale dei denti, o, ancora, il più recente apparecchio composto di mascherine trasparenti.
Quello che va compreso è che l'apparecchio, per l'ortodonzista, è un po' come il bisturi per il chirurgo: uno strumento per raggiungere un fine, che in parte è predefinito da modelli ideali di riferimento e, in altra parte, va concordato in base alle effettive necessità ed esigenze personali del paziente. Solo dopo aver analizzato tutti i dati relativi alla malocclusione da trattare, e solo dopo averli combinati alle aspettative del paziente, può essere selezionato l'apparecchio ortodontico. La gamma di possibilità reali di trattamento ortodontico è talmente vasta e variegata che nel bagaglio strumentale di un bravo ortodonzista, che si applica nel trattamento di adulti e bambini, non dovrebbe mancare nessuna delle classi di apparecchi che ho nominato in precedenza.
La contenzione si effettua alla fine del trattamento ortodontico, per favorire la stabilizzazione della correzione. L'ortodontista consegna al paziente gli apparecchi che dovranno essere portati, generalmente la notte, e le prescrizioni d'uso. A volte la contenzione consiste in apparecchi fissi incollati sulla faccia interna dei denti.
Molte malocclusioni si possono prevenire attraverso il controllo dei fattori ambientali in grado d'influire negativamente sulla crescita dei mascellari e sullo sviluppo della dentatura. In generale va tenuto presente che tutto ciò che favorisce atteggiamenti succhianti e a bocca aperta, nel periodo di formazione della dentatura, da quella decidua alla permanente, interferisce con la corretta disposizione dei denti all'interno di ogni arcata e con la formazione di un buon ingranaggio occlusale. Altra prevenzione è quella che può effettuare l'ortodonzista, intercettando e rimuovendo i problemi che possono ostacolare il corretto sviluppo della dentatura.
Un trattamento ortodontico ben fatto è sempre seguito da un periodo di contenzione, con l'obiettivo di favorire la stabilità a lungo termine della correzione. Ciononostante possono verificarsi, nel tempo, una volta interrotta la contenzione, recidive del trattamento. Spesso tali recidive sono di lieve entità e comunque non influiscono sul risultato estetico-funzionale del trattamento. Qualche volta, invece, possono essere tali da richiedere piccoli interventi di riallineamento o di ottimizzazione occlusale.
L'apparecchio ortodontico, in particolare quello fisso, facilita il trattenimento della placca batterica, ma in se non causa carie. Seguendo nel corso del trattamento, scrupolosamente, le istruzioni per l'igiene date dall'ortodontista, non c'è alcun pericolo nè di carie nè d'infiammazioni gengivali. Va semplicemente adattata la tecnica di spazzolamento e aumentata la durata.
La recidiva della correzione ortodontica può avvenire anche in assenza dei denti del giudizio. La loro eruzione in arcata ne aumenta semplicemente le probabilità . Si è studiato, nel periodo successivo al trattamento ortodontico, pazienti con e senza denti del giudizio. Lo studio ha messo in evidenza recidive post trattamento anche in pazienti che non avevano i denti del giudizio, e addirittura recidive bilaterali in pazienti che avevano solo da un lato il dente del giudizio.
In realtà i fattori che possono influire negativamente sulla stabilità post trattamento della correzione ortodontica sono numerosi e complessi. La presenza dei denti del giudizio determina solo una maggiore probabilità statistica di avere recidiva dell'allineamento dopo il trattamento e la loro rimozione non da la sicurezza che non ci sarà.
Il disallineamento dei denti, entro certi limiti, può essere perfettamente compatibile con una buona estetica del sorriso e con una corretta funzione occlusale. A volte può comportare alterazioni dell'estetica del sorriso senza alcuna influenza negativa sulla funzione occlusale. E' possibile che accada anche il contrario, cioè che a causa di malposizionamenti dentali si determinino disturbi a carico del sistema occlusale senza alterazioni dell'estetica del sorriso.
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